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Subito dopo la fine della guerra, tra il maggio e il giugno 1945, migliaia di italiani della Venezia Giulia, dell'Istria e della Dalmazia furono arrestati dall'esercito jugoslavo: molti furono uccisi e gettati nelle «foibe», diventate una specie di grandi fosse comuni, molti furono deportati nei campi di raccolta in Slovenia e Croazia, dove morirono di stenti e malattie. Alla tragedia delle «foibe» concorsero spinte e fattori diversi, di natura ideologica (scontro tra fascismo e antifascismo), nazionale (appartenenza territoriale) e sociale (lotta di classe, per il socialismo). Il volume presenta nuove chiavi interpretative, collocando la vicenda all'interno della storia italiana del Novecento, e propone un'ampia raccolta di documenti, in gran parte inediti o solo parzialmente pubblicati.